giovedì 13 settembre 2007


NUEVA YORK - 2007
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(foto de: Roberta Masciocchi - Italia)

A PROPOSITO DI FELIX

In giorni recenti il Nicaragua è stato teatro del passaggio di uno dei fenomeni naturali più spaventosi, il cosiddetto uragano Felix. Ad essere colpite sono state nella sua stragrande maggioranza le comunità indigene della costa del Mar dei Carabi (miskitos, sumos, ramas, etc.) e la potenza del vento e l’intensità delle piogge hanno lasciato un segno indelebile in questo già martoriato territorio.
La protezione civile ha fatto un lavoro da giganti ma è valso a ben poco quando il “nemico” è la potenza distruttrice di madre natura che non si è fatta attendere; al giorno della redazione di quest’articolo: 135 morti, migliaia di dispersi in mare, molti cadaveri ancora non ricoverati, 160 mila sfollati, 15 mila case distrutte, 30 mila ettari di foreste naturali distrutte totalmente; oltre il raccolto dell’anno, le malattie, le epidemie, le zanzare, l’acqua contaminata… un corollario di cose che solo a pensare viene una paura incredibile.
E non è ancora finita…
La solidarietà, la risposta che questo paese ha dato a un disastro di tale portata non si è fatta attendere. Il quotidiano viavai di persone che portano ai centri di raccolta dei sacchetti con dei medicinali, cibo, acqua, latte, soldi, etc. è una mostra della capacità di resistenza di questo popolo che ne ha viste di tutti i colori. La maratona televisiva ci ha accompagnato proponendoci delle immagini che fanno riflettere, che ti strappano lacrime e che, alla fine (contrariamente ad essere la volontà di dio, come sostiene la chiesa) ci fanno capire quanto fragili stiamo diventando noi essere umani di fronte alla potenza distruttrice di questa terra che ormai teniamo ben stretta per il collo e che continuiamo a fare agonizzare con delle emissioni di gas nocivi e con la velocissima distruzione delle risorse naturali, boschi, fiumi, laghi, ecc.
La comunità internazionale, anch’essa, non si è fatta attendere ed ha risposto all’appello quasi tanto veloce quanto l’uragano stesso. Oltre ai discorsi politici e di solidarietà ci stà arrivando del cibo, dei medicinali, dell’acqua. Paradossalmente, nel Nicaragua è caduto in due giorni quasi il 40% dell’acqua che di solito cade in un anno intero, ma non si può bere… la terra non riesce ad assorbirla… la prima risposta della CE è stata lo stanziamento di un milione di euro per gli alluvionati… né vado fiero, ne sono felice.
In tutto questo insieme di cose che hanno scosso la coscienza popolare dei nicaraguesi e della comunità internazionale ci sono tante cose giuste.Ma la stampa tace.
Ho cercato nei giornali europei e nordamericani delle notizie riguardo l’intensità di questo disastro, ma sembra sia più importante continuare a parlare di calcio e di squallidi programmi di televisione invece di far capire al mondo la nostra fragilità, il nostro disperato bisogno di aiuto, la nostra tragedia, il nostro lutto.
Non è difficile immaginare la portata del disastro, visto che gli abitanti dei cayos miskitos sono stati trascinati quasi tutti dalle acque. Ma le poche notizie e comunicati stampa che circolano nel continente europeo parlano di ben altro, come a voler dire che qualche centinaia di morti non è più importante di una partita di calcio o delle sciocchezze (per non dire altro) che può sparare la velina di turno in una qualsiasi tv italiana, per fare un esempio.
Signori della stampa, vi scordate che questo è un paese che oltre ad essere stato al centro dell’attenzione durante molti anni per una non lontana rivoluzione, produce non solo mais e fagioli, produce anche dei poeti e degli eroi che ogni volta siamo disposti ad affrontare le avversità quasi con stoicismo, direi.
Basta un’occhiata su questo paese e vi renderete conto che questa disgrazia dell’uragano non è altro che “pioggia sul bagnato”. La nostra costa atlantica, il polmone del Centroamerica è stata oggetto di saccheggi, di sfruttamento fino all’osso delle risorse umane e naturali dove una manciata di politici (di destra, col beneplacito degli USA, tanto per cambiare), di governi che offrivano “fatti, non parole” (ma vi ricorda qualcosa?) sono i beneficiari delle concessioni per lo sfruttamento delle risorse naturali e hanno distrutto il medio ambiente. Molti politici sono proprietari delle compagnie incaricate di segare gli alberi, e mai ci sono stati controlli perché, logicamente, andava contro il loro interesse.
In molte delle comunità non ci sono mai stati i servizi basici. La luce è un lusso che molti degli abitanti non si possono permettere, le strade d’inverno sono impraticabili, l’acqua corrente non arriva in molte comunità, il trasporto collettivo in alcune zone è praticamente inesistente. Queste comunità hanno denunciato questa situazione per moltissimi anni davanti alla totale indifferenza dei politici “liberali” che hanno continuato ad arricchirsi a dismisura sulla povertà della popolazione.
Inutile parlare ancora dell’ex presidente del Nicaragua, Alemán, che ormai è costretto a vivere qui perché appena metterà piede fuori dal Nicaragua verrebbe arrestato da qualsiasi altro paese latinoamericano per lavaggio di danaro e traffico internazionale di stupefacenti…
Nei precedenti governi liberali il disastro è andato di là dalla portata dell’uragano Felix. Sembra che le polemiche (e l’attenzione della comunità internazionale) nascono solamente quando i governi sono di sinistra e che basti fare uno sguardo dolce agli USA per riuscire ad arricchirsi violando tutte le leggi di qualsiasi paese, e sfruttando il fatto di essere arrivati al potere per rubare ancora una volta la dignità a delle popolazioni che ormai non hanno niente più da dare.
E’ vero, il beneplacito degli USA, i governi liberali e l’uragano… le disgrazie non arrivano mai da sole.
Cara stampa internazionale, al di là di qualche bastone e qualche spalla dove piangere la recente disgrazia che ha colpito il Nicaragua e che ha lasciato una ferita molto difficile da guarire, vi chiediamo di guardarci con un po’ più di attenzione.Viviamo in un mondo “globalizzato” dove i mass media possono veramente mettere alla luce le ingiustizie sociali e smuovere le coscienze… quanto meno per renderci conto che l’uragano neoliberale ha fatto tante stragi, senno di più quanto l’uragano Felix.
Un “bravo” alla comunità internazionale.